NO alla nuova Riorganizzazione dell'Area Medica
la difesa della professionalità dei Medici INPS significa garanzia dei diritti sociali del Cittadino

La diffusione "via mail" alle Organizzazioni Sindacali della bozza di Riorganizzazione dell'Area Medica dell'INPS ha drammaticamente rivelato quello che da tempo temevamo fosse l'obiettivo dell'Amministrazione:
- modificare lo status giuridico dei medici per sottomettere la loro professionalità alle esigenze di risparmio amministrativo della spesa sui disabili, trasformando la indipendenza accertativa-valutativa dei medici in un semplice parere di merito (di vecchia memoria professionale INPS) stravolgibile da istruzioni di tipo amministrativo delle cui ricadute però sarebbero chiamati comunque a rispondere i medici.


- chiudere definitivamente ogni prospettiva di crescita economica dei Medici Legali all'interno dell'Istituto, riconducendo tutta la categoria nell'alveo dell'area professionale, mettendo una pietra tombale sulla Dirigenza Medica (termine mai citato nel documento!) e sull'Art. 13 della Legge 222/84 (equiparazione normativa ed economica dei medici previdenziali ai medici della Sanità pubblica del Servizio Sanitario Nazionale) che finora ha prodotto quei frutti di competenza dei quali l'INPS si vanta.

Così, in un colpo solo e a costo zero per l'Istituto, addebitando l'intera operazione a carico del Fondo dell'area medica, quindi a solo carico dei nostri soldi depositati nel fondo incentivante, l'Amministrazione vuole risolvere la grave criticità della categoria, che ha fatto ridurre a poco più (e soltanto per la recente immissione dei medici della Croce Rossa Italiana) di 500 medici dipendenti, in presenza di un carico di lavoro che avrebbe avuto certo necessità di assunzioni; ricordiamoci che i circa 1.000 medici esterni - di cui alcuni sono convenzionati con l'Istituto da oltre 5 anni - sono l'evidente segno di tale esigenza che avrebbe dovuto far attivare l'Istituto alla richiesta, in deroga o non, a promuovere un concorso per l'immissione di questi medici all'interno dell'INPS, come peraltro è avvenuto ed accade in INAIL ed in SSN.

Il lungo percorso fin qui condotto dall'Amministrazione attraverso le continue violazioni applicative dell'Articolo 13 (negazione della Dirigenza Medica, dell'esclusività di rapporto e della regolamentazione della libera professione), unitamente al disinteresse per la specificità dell'attività medico-legale dell'Istituto, alla mancata indizione di concorsi, ad anomale "coperture" di posti vacanti di responsabilità pur in presenza di graduatorie concorsuali vigenti, al convenzionamento di medici esterni con forme contrattuali quantomeno dubbie e con reclutamento anche di professionalità non specifiche o del tutto estranee alle attività peculiari, è giunto al culmine con la stesura di tale ipotesi, che è stata elaborata nel totale disinteresse delle proposizioni e del confronto con la nostra Associazione ed ufficialmente con tutti i Sindacati.

L'Amministrazione vuole modificare pesantemente lo status giuridico dei medici dell'Istituto per sottometterne la professionalità, della quale peraltro ha finora usufruito, a dispetto dell'impegno, della funzionalità e dell'efficienza dimostrati dalla categoria in questi anni per rispetto dei lavoratori e dei cittadini, soprattutto nella gestione dell'immane carico di lavoro dell'invalidità civile, in un modello con ricadute organizzative che in tale materia era necessario implementare in quanto di appannaggio medicale, come è parimenti nel caso dei colleghi SSN che svolgono tale attività.
L'incapacità dell'Amministrazione di trovare soluzioni innovative, più adese allo sviluppo delle competenze attuali e prossime future in campo medico-legale, ha portato solo ad una proposizione all'indietro, cioè all'obsoleto ruolo unico professionale medico di vetusta memoria.

Con questa riorganizzazione si attua infatti l'appiattimento in basso della categoria medica con la scomparsa della "figura primariale" e la fine di ogni possibilità di futuro nuovo concorso per dirigente medico di II livello (o di scorrimento della vecchia graduatoria del 2009). L'Amministrazione taglia invece ancora una volta il numero degli attuali 97 posti dei medici di II livello Responsabili UOC, "rimangiandosi" la pianta organica recentemente approvata dallo stesso Presidente dell'Istituto (Determinazione n. 106 del 28/7/2016) e così di fatto gli attuali "primari" costituirebbero un "ruolo ad esaurimento" e sarebbero gli unici a mantenere lo stipendio tabellare di II livello.

Di contro non si apre nessuna reale prospettiva per gli attuali dirigenti medici di I livello che, anzi, vedranno eliminate le attuali UOS "funzionali" o "non territoriali", mentre a guadagnarci sarà soltanto l'Amministrazione che potrà risolvere definitivamente la questione dei medici "delegati UOC", i quali dovranno però accontentarsi solo dell'indennità di funzione, così rinunciando al futuro riconoscimento economico integrale delle "mansioni superiori" e senza avere mai più la possibilità di diventare veri "primari" con anche il relativo stipendio tabellare.

Tutto ciò con l'aggravante di voler applicare il principio del "divide et impera" attraverso una "selezione" che ha il sapore del canto delle sirene di epica memoria, ma che non può far disconoscere la reale riduzione dei posti di chi ha già una qualifica di Dirigente medico di II livello ottenuta mediante concorso pubblico esterno, la previsione viceversa di una dequalificante distribuzione di responsabilità mediche che saranno meno retribuite per prestazioni lavorative analoghe e l'ingiusto ricorso al solo fondo economico dei medici per sostenere tali sperequazioni operative.

Questa riorganizzazione dell'Area Medica dell'Istituto è quindi assolutamente inaccettabile perché, con la subdola motivazione della necessità di una redistribuzione dei posti funzionali, comporta in realtà una profonda revisione sia delle qualifiche che della dotazione organica e dei trattamenti economici del personale medico, conducendo di fatto alla soppressione dell'Area Medica e al suo completo riassorbimento nell'Area dei Professionisti, con conseguenze negative, attuali e future, sia sul piano del riconoscimento giuridico che della preservazione del Fondo economico.

Tutto ciò confligge apertamente con quanto previsto dalle norme del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro tuttora vigente in materia di disciplina dell'area medica (collocazione funzionale, attribuzione degli incarichi e valutazione dei risultati) e di rilevanza superiore.

In conclusione vogliamo essere sin d'ora chiari: abbiamo ben compreso la logica penalizzante per i medici che sottende all'operazione concepita dall'Amministrazione e manifestiamo apertamente la nostra più allarmata preoccupazione: è in gioco l'attuale elevata professionalità dei medici dell'Istituto che rischia di essere sottomessa alla volontà dei Vertici dirigenziali dell'Ente con conseguenti ripercussioni sulla stessa autonomia del giudizio medico-legale che è garanzia e tutela dei diritti del Cittadino!

Invitiamo pertanto tutti i medici dell'Istituto alla immediata mobilitazione che avverrà inizialmente attraverso sollecite assemblee regionali nelle quali avremo modo di spiegare a tutti i colleghi i particolari e le prospettive negative di questa riorganizzazione, che riteniamo mortificante per la categoria che tanto ha dato in questi anni di eccezionale impegno lavorativo, troppo spesso svolto con sforzo "ultra vires", e che avrebbe dovuto essere meritevole di un ben diverso apprezzamento.

Nel frattempo invitiamo i colleghi di attivare ogni possibile contatto con legali di loro fiducia e con le forze politiche di eventuale riferimento, come peraltro noi stiamo facendo con mandato esplorativo ai nostri avvocati, per studiare ogni possibile azione legale per contrastare un tale progetto che apertamente e subdolamente svilisce il già difficile futuro della categoria.

Siamo peraltro sempre disponibili a confrontarci con spirito collaborativo con l'Amministrazione per cercare di affrontare insieme tutte le criticità dell'Area Medica, consapevoli certamente della prerogativa organizzativa che appartiene all'Ente, purché questa venga però esercitata nel rispetto delle regole e non travalicando norme contrattuali e di legge.

Pertanto chiediamo ulteriormente un urgente incontro con l'Amministrazione per discutere queste gravi ed urgenti tematiche, che non possono essere ricondotte alla semplice "informativa" sindacale ma che coinvolgono aspetti giuridico-economici che devono essere oggetto di "trattativa" sindacale.

Roma 13 Dicembre 2016

Il Consiglio Direttivo

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