Molti colleghi ci hanno segnalato la riduzione dell’acconto della retribuzione di risultato relativo al primo trimestre 2023, rispetto agli importi dell’anno 2022, chiedendoci chiarimenti.
Come già illustrato in alcune occasioni, tale riduzione è da riferirsi al fatto che il Fondo della retribuzione di risultato dei medici, dopo il recente ingresso dei colleghi neoassunti, deve essere redistribuito su un maggior numero di persone, essendo lo stesso fisso e definito.


Infatti, a giugno 2022 il numero dei medici dipendenti era pari a 267, mentre a marzo 2023 è salito a 539.
Ciò ha determinato una riduzione degli importi, che sono risultati progressivi in quanto i colleghi vincitori dell’ultimo concorso non sono stati assunti tutti alla stessa data (i primi sono arrivati il 5 luglio 2022, mentre è ancora in atto l’assunzione degli idonei per scorrimento della graduatoria).
Inoltre, occorre tenere presente che l’acconto viene erogato su una presunta ottimale produzione del 100%, che però potrebbe essere rivista in quanto ad oggi non abbiamo ancora disponibili i dati del Cruscotto; quindi, il saldo verrà poi effettuato sulla base degli effettivi risultati raggiunti dai CML.
Pertanto, al momento del saldo ci sarà il ricalcolo parametrato delle competenze e solo in quel momento avremo gli importi effettivi dell’anno 2023.
Questa riduzione dei compensi si realizza in concomitanza dell’acquisizione delle nuove competenze medico-legali da parte dell’Istituto e proprio per questo, abbiamo chiesto all’Amministrazione di acquisire le nuove risorse che erano state disposte a carico del MEF e che venivano utilizzate per l’espletamento delle attività delle CMV ora soppresse.
Tali risorse, a nostro avviso, andrebbero destinate ad implementare il Fondo Medici INPS, eventualmente da correlare alla cosiddetta Indennità di esclusività e, quindi, per la regolamentazione dell’attività libero-professionale intra ed extramoenia che finalmente avrebbe la giusta definizione anche nel nostro Istituto.
In questo modo, da un lato ci sarebbe la giusta incentivazione per i colleghi che dovessero optare per un rapporto esclusivo con l’Istituto e dall’altro si verrebbe a definire in maniera più organica la materia della libera professione medica che negli ultimi mesi, in alcune realtà territoriali, è motivo di insoddisfazione per quei colleghi che non vedono applicate dall’Amministrazione quelle disposizioni regolamentari che finora hanno garantito il rispetto delle disposizioni normative e contrattuali a riguardo.
Riteniamo che questo sia il momento di fare tutti, noi medici e l’Amministrazione, un passo avanti per armonizzare gli istituti previsti per tutti i medici pubblici, che andrà di pari passo con la risposta efficace che i colleghi, come è sempre avvenuto, daranno alle nuove sfide professionali che ci attendono, portando così l’Istituto a rafforzare la propria immagine di Ente erogatore, con efficienza ed equità, di prestazioni medico-legali di interesse nazionale.
Roma, 24/05/2023

Il Segretario Nazionale          Il Presidente
   Giuseppe Fatigante      Giuseppina D’Intino

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