la mia breve relazione sui medici convenzionati esterni vuole offrire più che altro uno spunto di discussione congressuale su una tematica, a mio avviso molto rilevante, che può rappresentare a pieno titolo parte integrante di quel rinnovamento che da più parti ci viene richiesto.
Sono entrata in INPS come penso molti di voi con l’ultimo concorso bandito dall’Istituto oltre 25 anni fa.
Da allora, tranne il trasferimento in mobilità da altri Enti di alcuni colleghi, siamo rimasti sempre gli stessi , riducendoci progressivamente di numero per i pensionamenti e crescendo ahimè progressivamente di età.
Tutti abbiamo auspicato ed auspichiamo un concorso per medici di ruolo, con i quali realizzare, come da sempre in passato, quel fisiologico scambio : energia giovane , aggiornata, al passo con i tempi da parte loro, conoscenza del lavoro ed esperienza da parte nostra, con un arricchimento ed una crescita reciproci, ma dato il corso degli eventi del paese negli ultimi 20 anni (e nei prossimi visto come stanno andando le cose), abbiamo potuto respirare aria nuova solo con il trasferimento delle competenze dell’ invaldità civile che ha comportato la necessità di impiegare molti più medici di quelli presenti in servizio ed ha reso necessario il convenzionamento di quelli che oggi sono circa 720 medici esterni. Presenti nei nostri centri da oltre 3 anni i MEDICI CONVENZIONATI ESTERNI sono una realtà ormai consolidata ed imprescindibile in INPS. Siamo tutti consapevoli dell’importanza della loro presenza nei nostri CML e di quanto sia preziosa la loro collaborazione .Inizialmente convenzionati solo per le competenze relative all’INVALIDITA’ CIVILE oggi, specie in alcune sedi dove i medici di ruolo sono ridotti al primario e poco più o dove addirittura non ci sono medici dipendenti, sono impiegati in tutte le attività del CML e si può dire che data la molteplicità di attività afferenti ai nostri CML e l’ambizione degli obiettivi che ci viene richiesto di raggiungere, senza di loro molti CML rischierebbero riflessi fortemente negativi sull’attività se non addirittura il blocco.
C’è da dire che tutta l’operazione di convenzionamento a cominciare dai bandi di concorso è stata veramente poco trasparente:
-non è stata di fatto mai pubblicata una graduatoria né regionale né nazionale;
– non sono stati esplicitati i criteri di scelta : inizialmente era stato richiesto come requisito obbligatorio la specializzazione In Medicina legale, ma successivamente, data la difficoltà di reperire specialisti in Medicina Legale interessati a quel tipo di convenzionamento, è stato ampliato di molto il criterio accogliendo tutte le specialità, non è dato di sapere nemmeno se la specializzazione in medicina legale dia diritto ad un punteggio diverso da quello attribuito alle altre specializzazioni. Questo ha comportato il convenzionamento di medici con nessuna esperienza medico legale, provenienti magari da specializzazioni di taglio clinico, o occupati in altri settori o addirittura pensionati INPS o di altri Enti;
-L’Istituto non si è fatto alcun carico della loro formazione, demandando a noi medici dipendenti questo compito, con impiego di tempo sottratto al servizio per poi magari perdere dopo poco quel medico o quel talaltro in quanto rinunciatari in vista di collocamenti più sicuri e favorevoli. L’Istituto dovrebbe provvedere alla loro formazione prevedendo un corso pratico da effettuare prima di cominciare il servizio. Invece nell’unica occasione nella quale ha obbligato i medici esterni ad essere presenti alla videoconferenza sulla nuova procedura della certificazione di malattia, ha poi detratto le ore relativa dal pagamento. La preparazione di questi nostri collaboratori è base di partenza fondamentale data la necessità sempre più cogente di affidare loro competenze varie e delicate. Non dimentichiamo che questi colleghi rappresentano l’INPS in seno alle commissioni ASL ,al pari dei medici di ruolo, validano verbali agli atti al pari dei medici di ruolo, se non addirittura assumono compiti da CMS con facoltà di modificare il giudizio di un medico di ruolo con tanto di esperienza e di anzianità di servizio .
-Il bacino naturale dei nostri medici convenzionati dovrebbe essere l’Università le scuole di specializzazione in Medicina Legale, ma è di pochi giorni fa la notizia che la direzione generale ha negato il rinnovo della convenzione dell’Università di Parma con la sede INPS di quella città per i 15 gg di tirocinio formativo degli specializzandi per “dispendio di strumentario”. Mi sembra, a questo punto, che l’Istituto vada in una direzione completamente contraria alla nostra visto che quel tirocinio ci ha permesso in molti casi di conoscere in anticipo i nostri futuri collaboratori e visto che comunque dalle scuole di specializzazione escono coloro che ci troveremo davanti in CTU, per non parlare dell’importanza di trattenere rapporti con tutte le Istituzioni del territorio. In qualche altro caso abbiamo dovuto sopperire alla mancanza di pratica con le procedure informatiche , ormai parte integrante del nostro lavoro, di colleghi magari avanti con gli anni pensionati o impiegati in altri lavori che utilizzano le ore INPS come riempitivo . Anche per questi casi è auspicabile che vengano modificati i criteri di selezione e venga fatta formazione.
-Non sono conosciuti i criteri di attribuzione numerica dei medici convenzionati ai vari CML . Tant’è che oggi a fronte di sedi sprovviste di medici convenzionati ce ne sono altre, magari con carichi di lavoro inferiori, che ne hanno più che a sufficienza .
Bisogna quindi richiedere che siano formulate graduatorie nazionali o meglio ancora regionali e che nei bandi di concorso vengano numerati i posti disponibili, basati sui carichi di lavoro.
Mi sembra evidente cari colleghi che la nostra Associazione deve trovare spazio per questi colleghi, uno spazio che preveda la possibilità di un percorso parallelo , sinergico e non conflittuale, attraverso il quale tutta l’Associazione potrebbe trovare maggiore forza e visibilità .
Se da una parte noi perseguiamo da sempre l’obiettivo della Dirigenza Medica e del rapporto di esclusività, e lavoriamo perché non ci venga eroso progressivamente, di un contratto che offra maggiori garanzie, magari simile a quello della specialistica ambulatoriale, le cui ore siano titolo nei concorsi, cosa che oggi non è , mirano al tempo indeterminato senza dover incorrere ad ogni scadenza nell’incognita del rinnovo o addirittura nella vacanza contrattuale come è accaduto l’anno scorso e come sta accadendo quest’anno.
Se questi sono i differenti obiettivi In comune abbiamo però l’esigenza di preservare la professione medico legale e salvaguardare la nostra dignità di professionisti.
Le possibilità sono sostanzialmente : li lasciamo fuori dall’associazione e loro, che hanno già una grande necessità di aggregazione, potranno creare una associazione autonoma o aderire ad altre sigle sindacali ; potrebbero entrare in FEMEPA, ma ciò sappiamo bene che non comporterebbe punti di contatto perché succederebbe quello che è successo con i medici fiscali che vanno avanti per la loro strada in maniera del tutto indipendente.
E’ evidente che la cosa più sensata è associarli in ANMI con una modifica dello statuto che permetta di creare una sezione a latere , come fu per i pensionati; con modalità di rappresentanza che da discutere in sede di modifica statutaria; offrendogli la possibilità di aderire anche alla nostra polizza assicurativa.
Con il prossimo bando probabilmente i colleghi convenzionati da 700 saranno portati a 1000 che sommati a circa 500 medici di ruolo fanno 1500 che ci piace immaginare tutti iscritti all’ANMI. Allora sì che la nostra azione avrebbe più forza e visibilità.
Proprio traendo spunto dai medici convenzionati si potrebbe ipotizzare nell’ambito di un decentramento dell’azione sindacale di attribuire competenze di contrattazione regionale ai segretari regionali che potrebbero vigilare sui criteri di attribuzione numerica, intervenire sulla formazione e sulle criticità locali che si dovessero di volta in volta presentare; potrebbero intervenire inoltre sull’ aggiornamento (che sembra del tutto sparito e di cui dobbiamo riappropriarci visto che è una delle prerogative del nostro contratto) sia dei medici di ruolo che dei colleghi convenzionati.
Ciò potrebbe avvenire attraverso ore di formazione riconosciute ufficialmente come servizio e la creazione di microeventi di aggiornamento magari della durata mezza giornata, monotematici, di taglio pratico, magari prendendo contatto con enti di patronato, associazioni di categoria, Ordini dei medici , ASL. In tal modo rappresentanti sindacali acquisirebbero più peso anche a livello periferico.
In questo modo si potrebbe finalmente decentrare l’azione di tutela sindacale sulla professione , liberando in parte dal carico eccessivo il sindacato centrale che avrebbe come attività prioritaria la contrattazione centrale.
I colleghi convenzionati potrebbero avvalersi della nostra esperienza in tema di contrattazione e portare avanti la loro piattaforma sotto l’ombrello ANMI senza esporsi ad eventuali azioni ricattatorie.
Ritengo che il congresso debba esprimersi su questo importante tema sia cercando la soluzione per superare le difficoltà statutarie , ma ancora di più per individuare un percorso comune tra noi e loro nel rispetto dei diversi ruoli e delle diverse specificità.